Il Golfo di Orosei, delimitato a nord da Punta Nera e a sud da Capo Monte Santo, sul mar Tirreno e quindi nel versante orientale dell’isola, costituisce sicuramente la più selvaggia ed incontaminata zona costiera sarda.
Un inestimabile patrimonio di ambienti speciali e di natura intatta, diviso spontaneamente in due zone, diverse tra loro per il paesaggio e l’origine del territorio: la parte settentrionale, con un profilo costiero basso, spiagge di sabbia e pinete retrodunali e la parte meridionale, dove sorge il paese di Cala Gonone, frazione del Comune di Dorgali, caratterizzata da un’alta catena di montagne calcaree strapiombanti sul mare, ricoperte da boschi di lecci secolari e macchia mediterranea.
Ecco quindi l’immagine che si presenta il paese, sul mare, al centro di un ampio anfiteatro naturale che io protegge, costituito a nord dal monte lrveri (616 m. s.l.m.) che da una parte tuffa le sue alte pareti verticali in mare e dall’altra, verso sud, si congiunge alla catena del monte Bardia (882 m. s.l.m.) e del monte Tului (916 m. s.l.m.). La difesa naturale degli alti bastioni di roccia di questa piccola catena montuosa, che hanno reso inaccessibili questi luoghi impedendone l’insediamento urbano e la realizzazione di strade costiere, ha mantenuto l’integrità e la bellezza di questo tratto di costa dove sorge Cala Gonone. Linea costiera caratterizzata da una sequenza di falesie, strapiombi, grotte ed archi di roccia che incombono sul limpido e cangiante mare. Sequenza interrotta soltanto da varie ed incantevoli cale, quasi tutte accessibili solo dal mare: Cala Fuili, Cala Oddoana, la celebre Cala Luna, Cala Sisine, Cala Biriola, la favolosa Cala Mariolu e Cala Goloritzè. Sicuramente l’interno dei territorio non è da meno e non teme confronti; ricchissimo di risorse per gli amanti della natura e della cultura. Dal punto di vista archeologico è un voluminoso libro aperto, dove si possono leggere le tracce lasciate dalle differenti civilta che si sono succedute nell’isola. A partire dalle misteriose Domus de Janas (4000-3200 a.C.), ai Dolmen, costruzioni funerarie risalenti all’eta dei rame (2100 a.C.), ai Nuraghi (eta del bronzo 1600 a.C. ), uno dei simboli più conosciuti della Sardegna, come il villaggio che sorge all’interno della dolina sui monte Tiscali, alle Tombe dei Giganti, monumentali sepolture collettive dei periodo nuragico, ai petroglifi incisi all’ingresso della Grotta del Bue Marino. I vasti spazi che si estendono dalle montagne del Supramonte alle valli, coltivate a vite ed ulivo ed utilizzate per il pascolo, sono luoghi ideali da percorrere a piedi con fantastici itinerari, tra i più famosi sicuramente il canyon di Gorroppu, una delle gole piu profonde in Europa, dove all’incontaminata natura di rara bellezza si aggiungono le opere di un popolo, come le chiese campestri e i caratteristici ovili in pietra, che nella sua storia ha voluto rispettare e conservare un equilibrio con l’ambiente circostante. Ambiente che è un vero paradiso per gli amanti degli sport legati alla natura. Si passa dai trekking all’arrampicata, dal deltaplano ai parapendio, dalla mountain bike all’equitazione, dai kayak da fiume a quelli da mare, dalla speleologia alle immersioni subacquee. Questo indicibile microcosmo di bellezze naturali offre inoltre un universo artigianale e gastronomico ricchissimo di colori, tecniche, forme, sapori ed aromi, che hanno origine dalla millenaria esperienza di questo popolo. Dalla fervida fantasia degli artigiani la piu disparata varieta di produzioni e di materiali La filigrana, con i suoi superbi gioielli in oro, l’arte della tessitura, con i coloratissimi tappeti, le bizzarre ceramiche, i coltelli in stile arabo spagnoleggiante, la pelletteria, con il tipico zaino in vitello o capretto. La tradizione agropastorale della Barbagia si ritrova invece inconfondibile nei sapori delle tavole, dai suoi piatti piu tipici al famoso vino Cannonau, dai liquori alla superba arte dolciaria.